Creare un fronte comune contro ogni forma di bavaglio, in Italia e in Europa. Questo il tema al centro dell'incontro in videoconferenza cui hanno partecipato la Federazione nazionale della Stampa italiana, l'organizzazione per la libertà di stampa con sede a Londra Article19 e l'associazione Articolo21. «La Fnsi aderisce a tutte le iniziative che saranno intraprese per combattere i tentativi di oscurare il diritto ad informare e ad essere informati», ha evidenziato il presidente Giulietti nel messaggio proiettato nel corso della riunione.
«In Italia – ha rilevato – la situazione è paradossale: siamo l'unico Paese che ha un Osservatorio sui cronisti minacciati, istituito presso il ministero dell'Interno. Ci sono 22 cronisti costretti a vivere sotto scorta, decine di colleghi e colleghe minacciati. Siamo quel Paese dove la politica esprime molte solidarietà ai giornalisti, ma le leggi che potrebbero tutelarli sono ferme da anni».
Giulietti ha citato la decisione della Corte Costituzionale che, nel giugno 2021, ha chiesto alle Camere di intervenire entro un anno per eliminare la previsione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa, «ma ancora il Parlamento non è intervenuto», ha ricordato. «Così come dormono in un cassetto le leggi di contrasto alle querele bavaglio e per la tutela delle fonti», ha aggiunto, ribadendo: «La Fnsi non solo aderisce a tutte le proposte per contrastare le querele bavaglio in Italia e in Europa, ma si mette a disposizione di quanti vorranno promuovere nuove iniziative che non potranno essere solo nazionali, ma vanno portate al Parlamento europeo affinché intervenga per l'adozione di una direttiva a tutela della libertà, non solo dei giornalisti, ma dei cittadini ad essere informati».
Moderati da Roberta Taveri, di Article 19, all'incontro hanno partecipato, fra gli altri, Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania e componente della Giunta esecutiva della Fnsi; David Diaz Jogeix, direttore dei programmi e Maria Luisa Stasi, funzionario legale di Article 19; l'avvocato Giulio Vasaturo; Graziella Di Mambro, di Articolo21, Paola Rosà, dell'Osservatorio Balcani e Caucaso. Al centro del confronto non solo il tema del contrasto alle azioni legali bavaglio ("Slapp", nell'acronimo inglese), ma anche la situazioni italiana in tema di diffamazione a mezzo stampa, le minacce ai cronisti, le iniziative congiunte da intraprendere per portare questi argomenti oltre i confini italiani.
In particolare sulla situazione dei cronisti minacciati e sul ricorso che, su spinta del Sugc, ha portato un anno fa la Consulta a pronunciarsi sulla pena del carcere per il reato di diffamazione si è soffermato Claudio Silvestri, che ha ribadito il sostegno del sindacato alle iniziative che si deciderà di mettere in campo.
All'avvocato Vasaturo il compito di tratteggiare un quadro della situazione normativa italiana, mettendo in evidenza le criticità e i punti sui quali intervenire. Paola Rosà ha descritto l'impegno per la libertà di stampa e di espressione, in Italia e non solo, dell'Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.
David Diaz Jogeix ha illustrato l'attività di Article 19 all'interno del consorzio europeo Media Freedom Rapid Response (cui aderisce anche la Federazione europea dei giornalisti) e Maria Luisa Stasi ha suggerito alcune tappe del percorso da intraprendere insieme.
Infine Graziella Di Mambro ha riportato alcuni casi di minacce ai cronisti ed esempi di querele temerarie intentate nei confronti di giornalisti italiani.